Croce e delizia per ogni appassionato di vino, e soprattutto per quelli che si iscrivono a un corso sommelier, sono i profumi. Collegare le sensazioni olfattive con un’immagine chiara nella nostra mente, non è mai una cosa semplice. Ma per non sbagliare basta riportare tutto a semplici regole. Ed ecco…
Le prime 5 cose da sapere sui profumi del vino
- Per convenzione definiamo aromi primari quelli varietali, ossia tipici dell’uva. Sono fondamentali soprattutto per distinguere i vini prodotti con varietà aromatiche, come il Moscato o la Malvasia. I profumi secondari, invece, sono quelli che si sviluppano nel corso della fermentazione alcolica e delle trasformazioni che avvengono in cantina. Un esempio? La famosa “crosta di pane” tipica degli spumanti metodo classico.
- I profumi terziari, invece, sono quelli che si sviluppano principalmente nel corso di maturazione e affinamento. Stiamo dunque parando del passaggio in botte o barrique, queste ultime originarie della regione di Bordeaux, in Francia.
- Sempre per convenzione definiamo profumi tutto ciò che è legato alla sfera olfattiva, mentre aromi per le sensazioni palatali.
- Profumi e aromi, dunque, dipendono sia dalla varietà che dalle tecniche di vinificazione. Oltre all’affinamento in bottiglia tipico della produzione degli spumanti, anche le fermentazioni a bassa temperatura e la iper-riduzione, tanto per citarne alcune.
- Possiamo inoltre dire che le molecole aromatiche, ossidandosi, accompagnano il vino nel corso della sua maturazione fino alla sua fine. Per non sbagliare, dunque, meglio berli prima che si rovinino!