Prosecco Rosé: le prime 10 cose da sapere

Dal 2019, oltre al classico Prosecco DOC, se ne produce anche una interessante versione Rosé. Ecco le prime 10 cose da sapere per non farti trovare impreparato al prossimo brindisi.

Il Prosecco DOC rosé è ormai una bella realtà. La nuova versione del più popolare spumante Charmat italiano è stato ufficialmente presentato dalla vendemmia 2019. Se siete curiosi di saperne di più, per essere pronti a fare una bella figura con i vostri amici quando vi verrà proposto, eccovi 10 curiosità facili facili da snocciolare alla prima occasione!

10 curiosità sul Prosecco Rosé

  1. Il colore rosa del Prosecco Rosé deriverà dall’uso di Pinot Nero, ammesso nella lavorazione in una percentuale tra il 10 e il 15%.
  2. Anche prima dell’avvento del Prosecco rosé – sono in pochi a saperlo – era possibile aggiungere al Glera anche una parte di Pinot Nero. Ma il disciplinare, ossia il complesso libro delle regole a cui ogni produttore deve attenersi per ottenere la DOC, impediva la vinificazione in rosso. Quindi, fino a oggi, Pinot Noir sì, ma solo vinificato in bianco. Dal 2020 il pinot si può vinificare in rosso e di conseguenza si può ottenere un vino rosato.
  3. Per completezza, le uve ammesse nella produzione del Prosecco, oltre al Glera, sono: Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera, Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio e, come si è detto prima, anche il Pinot Nero.
  4. Come per tutti gli spumanti, anche per il Prosecco Rosé è ammesso il taglio, ossia l’assemblaggio di un vino bianco a uno rosso, prima della spumantizzazione vera e propria.
  5. Al momento, anche se alcuni produttori lo reclamerebbero, non è possibile usare alcun vitigno rosso autoctono nel mix del Prosecco Rosé. Neppure il Raboso, che pure si coltiva nella stessa area.
  6. L’idea del Consorzio di Tutela è quella di fare del Prosecco Rosé una punta di eccellenza del famoso vino spumante. E per questo viene etichettato con l’indicazione del millesimo. Anche se per la verità nel mondo del Prosecco questo non è un elemento fortemente caratterizzante: i Prosecco sono di fatto tutti millesimati.
  7. Sempre il Consorzio stima per il 2021 una produzione complessiva del Prosecco pari a circa 480milioni di bottiglie. Di Champagne, tanto per fare un paragone azzardato, se ne producono più o meno 300milioni di bottiglie all’anno. Nell’idea del responsabili del Consorzio, la versione rosé dovrebbe dare un ulteriore impulso al mercato. Solo negli Stati Uniti, infatti, che sono il primo mercato estero per le bollicine venete, negli ultimi 4 anni il vino rosato ha visto un incremento di circa il 320% [fonte. Wine Monitor Nomisma].
  8. Non tutti i produttori di Prosecco sono felici della novità. Alcuni pensano che questa variazione sul tema possa creare confusione all’interno di una denominazione che ha già parecchi problemi di posizionamento.
  9. Va anche detto, però, che oggi buona parte dei produttori di Prosecco hanno già in catalogo una bollicina rosata. Questa novità potrebbe essere ideale per loro per qualificare meglio un vino che oggi sono costretti a vendere senza una fascetta, fuori dalla denominazione.
  10. Un vecchio adagio recitava: che se ne parli bene, che se ne parli male… L’importante è che se ne parli. E anche questa novità, va detto, contribuisce ad accendere i riflettori sul mondo del Prosecco. Anche questa è pubblicità!

Ultima curiosità sul Prosecco Rosé

Da una recente ricerca [fonte: Nomisma Wine Monitor] è emerso che il 74% dei consumatori americani pensa di aver già visto in commercio il Prosecco Rosé negli anni passati. E, cosa ancora più divertente, quasi la metà degli stessi intervistati ritiene addirittura di averlo assaggiato.

Detto questo, se pensate con tenerezza agli sprovveduti consumatori d’oltreoceano, non vi consolerà il fatto che anche un italiano su due, tra quelli intervistati per il sondaggio, era convinto della sua esistenza già da anni.

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